Sono mamma di due ragazze, di 15 anni e 12 anni, entrambe cresciute all’interno del meraviglioso mondo della ginnastica ritmica. Due sorelle e un solo sport nel quale mai avrei immaginato di vedere crescere le mie figlie se me lo avessero chiesto prima di diventare mamma.
Quando ci provammo con la ginnastica artistica
Tutto è iniziato quando Beatrice, la maggiore, aveva raggiunto l’età in cui i genitori iniziano ad affacciarsi al mondo dello sport come attività pomeridiana da proporre ai propri figli per offrire loro uno svago dopo tante ore passate in classe. A 5 anni mia figlia non aveva particolari interessi sportivi, era una bambina che amava giocare: agile, attiva, a volte scatenata altre volte capace di concentrarsi per parecchio tempo su giochi più sedentari senza mostrare troppa irrequietezza. Scelsi io iscrivendola ad un corso di ginnastica artistica, per me una grandissima passione.
I risultati non si erano lasciati attendere, ma dopo 3 anni accadde che un giorno mi disse che desiderava provare la ginnastica del nastro e mentre me lo diceva con il braccio disegnava felice grandi cerchi nell’aria.
Nonostante il mio grande rammarico di dover abbandonare di nuovo il mondo sportivo di cui ero innamorata assecondai la sua richiesta con lo spirito giusto. Lo spirito, cioè, di voler vedere i propri figli felici. E il fatto che il motore dell’interesse arrivasse direttamente da lei è stato sicuramente un elemento fondamentale per la costruzione di un percorso sereno e di lungo periodo.
Poi arrivò la ritmica
Quando Beatrice iniziò il suo primo corso di ginnastica ritmica sua sorella Ludovica aveva nel frattempo raggiunto l’età giusta per il suo primo sport e, più per praticità che per un vero interesse personale, dopo aver trascorso il primo semestre attendendo insieme a me che Beatrice terminasse l’ora di allenamento, decidemmo che fosse pronta anche lei per cominciare.
Si era accesa in lei la curiosità di sapere quello che accadeva in palestra e, come spesso accade fra sorelle vicine di età, si era anche accesa la voglia di emularla. Da quel momento sono passati 8 anni e sono ancora in palestra insieme. Questo mi rende immensamente felice e orgogliosa del percorso fatto, ma sia chiaro che non è stato un percorso tutto in discesa.
La condivisione e la competizione tra sorelle
L’interesse per questa attività era sicuramente comune ad entrambe, in casa hanno iniziato a condividere oltre che i giochi tradizionali, anche gli spazi e la musica per potersi esercitare ed esibire davanti a me e a mio marito. Anzi, questo aspetto ha offerto loro una risorsa ludica enorme e molto preziosa per costruire giorno dopo giorno un legame sempre più forte. Il mondo della ginnastica ritmica ha offerto loro anche la possibilità di sognare insieme, di immaginare e disegnare insieme i body per le gare, di fantasticare sui costumi per i saggi, le musiche da scegliere e tantissimi altri bei momenti.
Tuttavia nonostante la loro complicità fosse indiscutibile c’è sempre stata anche molta competizione soprattutto nei primi anni, quando la giovane età non le aiutava molto a superare atteggiamenti di tipo istintuale e le differenze date dall’età erano ovviamente più marcate. Inoltre, nel loro specifico caso, possedendo una struttura fisica simile così come quelle qualità che facilitano la progressione del lavoro tecnico, sono avanzate rapidamente entrambe e sempre di pari passo verso corsi più intensivi arrivando velocemente ad allenarsi 9 ore a settimana quando erano ancora molto piccole.
Ci può essere tutta la motivazione del mondo nell’animo di una bambina, o di una ragazza, ma dopo una giornata sui banchi ed un pomeriggio in palestra fino alle otto di sera uscivano entrambe dall’allenamento sempre stanche, affamate e soprattutto molto nervose. Quelli sono stati i momenti più delicati che, come sempre accade tra sorelle, mettevano un po’ di tensione.
Noi genitori e lo sport
In questi momenti è stata fondamentale la nostra presenza e il nostro supporto di genitori, ben consapevoli che a parlare era solamente la loro giustificata stanchezza. Abbiamo cercato di non alimentare mai il loro nervosismo mantenendo la calma. Inoltre, pur essendo sorelle per certi versi molto simili tra di loro, sono anche due persone e due ginnaste molto differenti l’una dall’altra, ciascuna con il suo proprio stile, le sue specifiche peculiarità ed è proprio sulla valorizzazione di queste differenze che nei momenti di tensione fra loro, noi abbiamo sempre cercato di aiutarle a riporre l’attenzione.
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Frequenti allenamenti e gare hanno sempre generato una pressione psicologica e fisica importante che ha inciso anche sul loro modo di rapportarsi l’una all’altra, nel bene e nel male.
Eppure con l’impegno da parte nostra di volerle aiutare a mantenere vivo un interesse che le avrebbe favorite nella loro crescita e grazie al loro amore reciproco e all’amore per questo sport siamo giunti all’ottavo anno, ad un totale di 12 ore di allenamento a settimana e nei loro occhi brilla ancora la stessa identica passione di quando hanno iniziato
Ora, inoltre, hanno un sogno in più pronto a realizzarsi: partecipare ad una gara di squadra finalmente insieme !
di Cristina Galimberti – Mamma di ginnasta…al quadrato!